Rottura della cuffia dei rotatori

Rottura della cuffia dei rotatori

Cos’è la cuffia dei rotatori?

La cuffia dei rotatori è una struttura formata da quattro tendini, che garantisce il movimento della spalla nelle varie direzioni.

Quali sono i tendini che la costituiscono?

I tendini sono i seguenti:

  1. sovraspinato
  2. sottoscapolare
  3. sottospinoso
  4. piccolo rotondo

Cos'è la rottura della cuffia della cuffia dei rotatori?

La rottura della cuffia dei rotatori è la lesione di uno o più tendini che la costituiscono. E’ possibile denominarla caratterizzandola in base al tendine interessato (per esempio “rottura del sovraspinato”).

Come si determina la rottura della cuffia dei rotatori?

La rottura della cuffia dei rotatori è spesso determinata dall’usura meccanica dei tendini in relazione a fenomeni degenerativi; in alcuni casi è di natura traumatica.

Come si manifesta la rottura della cuffia dei rotatori?

Di solito il paziente accusa dolore irradiantesi al braccio ed al collo. Il dolore, in molti casi, si manifesta anche di notte. Esistono, inoltre, deficit di forza e difficoltà ad utilizzare il braccio, spesso nelle attività svolte a livello della spalla.

Come si diagnostica la rottura della cuffia dei rotatori?

In primo luogo mediante l’analisi della storia clinica e la valutazione di test che l’ortopedico praticherà nell’ambito della visita medica. Gli esami di scelta sono l’ecografia e la risonanza magnetica nucleare (RMN) con o senza mezzo di contrasto, spesso in associazione con la valutazione radiografica del quadro osteo-articolare.

Programmato l’intervento sarà necessario munirsi di un tutore.

In caso venga prescritto un tutore di spalla con cuscino in abduzione a 10° o 15°, si potrà fare riferimento a modelli analoghi a quello illustrato.

In cosa consiste l'operazione?

L’artroscopia chirurgica ricostruttiva di spalla viene normalmente praticata in regime di day-surgery (ricovero di 24 ore).

L’intervento può essere effettuato in anestesia loco-regionale, in narcosi o con tecnica anestesiologica combinata (locale + narcosi). La scelta viene effettuata caso per caso e si basa su considerazioni cliniche vagliate dall’anestesista.
La tecnica prevede 3 o più piccole incisioni lungo il perimetro della spalla.
In una incisione si inserisce l’artroscopio, strumento ottico comprendente una telecamera che permette di vedere l’interno della spalla.

Attraverso ulteriori piccole incisioni (portali), vengono introdotti strumenti operativi che permettono la pulizia e la riparazione dei tessuti tendinei.

Dopo avere individuato la rottura del tendine ed avere opportunamente preparato la sede ossea su cui verrà reinserito, si provvederà a riparare la cuffia mediante l’uso di ancorette in titanio (o altro materiale biocompatibile) e di fili di sutura.

È sempre riparabile una rottura della cuffia dei rotatori?

Nella maggior parte dei casi la cuffia dei rotatori è riparabile ma esistono situazioni in cui l’atrofia dei tessuti ne determina l’irreparabilità. Tali circostanze e le alternative terapeutiche vengono discusse con il paziente all’atto della pianificazione chirurgica.

Cosa succede se non viene operata una rottura della cuffia dei rotatori?

La terapia fisica e medica così come alcuni esercizi riabilitativi possono migliorare la condizione clinica. In molti casi il dolore tende ad aumentare (anche a seguito dell’instaurarsi di compensi posturali). Non deve essere, inoltre, sottovalutata la prospettiva di una precoce degenerazione artrosica della spalla.

Cosa c’è da fare dopo l’intervento?

Alla dimissione verrà indicata una terapia medica che andrà sottoposta all’attenzione del medico curante per eventuali aggiustamenti e per il vaglio di eventuali specifiche controindicazioni.

Il paziente sarà dimesso con il tutore.

Se non diversamente specificato è possibile rimuovere il tutore per lavarsi e vestirsi ed è consentito mantenere il braccio rilassato lungo il corpo senza tutore (fino a 4 ore al giorno) mobilizzando gomito e dita senza sollevare la spalla.
Se indicato verrà programmata una radiografia di controllo da effettuare tra la quarta e la sesta settimana post-operatoria.

Qual è il decorso del recupero post-operatorio?

Nota: il seguente schema è fornito a titolo di esempio. In casi particolari le indicazioni vengono opportunamente variate e sono comunque consegnate al paziente all’atto della dimissione.
Normalmente durante le prime sei settimane post-operatorie i movimenti attivi saranno vietati, al fine di salvaguardare i tessuti ricostruiti durante la prima fase di guarigione ma sarà possibile intraprendere precocemente la fase passivadella riabilitazione.
Al termine della sesta settimana si inizierà la rieducazione attiva e si attuerà il perfezionamento del riequilibrio posturale.
Dal terzo mese graduale rinforzo articolare e graduale recupero funzionale.
La ripresa delle attività pesanti e sportive verrà indicata in base al singolo caso, potendo protrarsi nelle situazioni più complesse, fino ai dodici mesi dall’intervento.

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