Orietta Perotto – Fisioterapista
Il paziente, fin da subito, deve imparare a mantenere la spalla operata abbassata, con il braccio abbandonato nel tutore, il collo rilassato e con la sensazione di braccio pesante, contenuto completamente nel reggibraccio.
Importante, già dalle prime ore dopo l’intervento, muovere le dita (aprire e chiudere la mano, piegare ogni singolo dito) il polso e il gomito.

Il tutore viene sfilato dal paziente in piedi con la schiena piegata in avanti a gomito disteso e braccio a penzoloni verso il suolo: in tal modo la spalla, assecondando la forza di gravità, verrà abbandonata verso il basso, con possibilità di provvedere all’igiene personale senza timori. Si consiglia inoltre (dopo la prima settimana) di rimuovere il tutore per 4-5 volte al giorno, lasciando il braccio disteso lungo il fianco, a gomito esteso e spalla abbandonata. In tal modo si potranno compiere 15-20 flessioni del gomito a spalla ferma (da gomito piegato con mano che raggiunge il petto a gomito disteso con mano vicino alla coscia), lasciando poi così abbandonato il braccio per circa 10 minuti, alternando alla posizione con schiena piegata avanti.
Un controllo visivo con lo specchio permette di mantenere la simmetria delle spalle (alla stessa altezza e ben aperte, con sguardo orizzontale) e ridurre così le contratture dei muscoli del collo e delle spalle (il rilassamento, anche supportato da profondi respiri, limita il dolore e migliora i tempi di recupero).
Nelle prime settimane non sarà facile dormire durante la notte: è bene ricordare l’uso di due cuscini sotto il gomito e l’avambraccio. Tale sostegno permetterà di mantenere la spalla alla stessa altezza del torace, con la mano appoggiata sulla pancia (se persiste dolore, utilizzare la borsa del ghiaccio durante la notte).
Alla seconda settimana, se il chirurgo lo consente, si potrà iniziare un percorso riabilitativo. Il lavoro svolto con il terapista avrà i seguenti obiettivi:
- Controllo del dolore (con esercizi di riequilibrio posturale per recuperare la linea mediana, massaggi dei muscoli del collo e delle spalle).
- Recupero graduale dell’articolarità della spalla su tutti i piani (flessione, abduzione, rotazione esterna e rotazione interna) per ora senza lavoro attivo dei muscoli della cuffia dei rotatori.
- Centraggio della testa omerale con micro-adattamenti della scapola (fino alla sesta settimana il paziente non dovrà muovere da solo la sua spalla che verrà spostata dal terapista, potrà invece orientare la sua scapola per migliorare l’apertura della spalla operata). La testa omerale si muove, ruota all’interno della glenoide (“come una pallina che gira dentro una scodella”), una corretta funzionalità di questo sistema permetterà un miglior uso della cuffia dei rotatori, al fine di evitare spiacevoli recidive lesionali di questi tendini.
- Recupero delle informazioni sensoriali (cinestesiche: sentire muovere bene la spalla ad occhi chiusi e pressorie).
Da ricordare il prezioso lavoro sulla scapola che, con i suoi meccanismi (si muove verso alto-basso, avanti-indietro, bascula sulle coste e si scolla dal torace) garantisce un ottimale recupero di tutti i movimenti dell’omero nello spazio.
Gli esercizi riabilitativi dalla sesta settimana continueranno con la richiesta di graduale contrazione dei muscoli della cuffia dei rotatori, ponendo molta attenzione ai compensi, spesso già presenti prima dell’intervento chirurgico (da lesione o distacco del tendine) e anche per una marcata debolezza dei muscoli. I compensi nell’alzare il braccio avvengono con l’uso scorretto del muscolo trapezio con elevazione della scapola, il sollevare il gomito in fuori e portare avanti la testa dell’omero.
Il lavoro di recuperò sarà lento e progressivo con un iniziale attività da coricato, poi seduto per infine raggiungere la posizione in piedi con esercizi sempre più complessi e finalizzati a movimenti funzionali. I malati con pazienza, costanza e tanta volontà nell’eseguire anche a casa gli esercizi consigliati, nel corso dei mesi vedranno un recupero graduale dei movimenti del braccio. A volte il completo recupero si ottiene nell’arco di un anno di lavoro, anche in base al tipo di lesione di cuffia e alla sua degenerazione pre-intervento.
Il dolore potrà essere presente durante la seduta riabilitativa se si devono raggiungere escursioni articolari maggiori (si consiglia l’uso del ghiaccio dopo il trattamento), a causa dell’accorciamento delle strutture muscolo-tendinee che hanno perso la loro elasticità. Se però il dolore è persistente per settimane, notte e giorno, si dovrà consultare il chirurgo e ridurre il lavoro muscolare (eccessive richieste possono infiammare il neo-tendine).
Studi elettromiografici sui muscoli della spalla hanno evidenziato che i movimenti circolari aiutano a migliorare il reclutamento della cuffia dei rotatori. Si consiglia quindi con mano in appoggio al muro di descrivere cerchi via via più ampi (nelle prime settimane sarà il terapista a guidare il braccio del paziente, dal secondo mese verrà inserito un lavoro più attivo della spalla, sempre controllando i compensi!).
Protocolli riabilitativi spalla:
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