Cos'è la Latarjet Artroscopica
L’intervento più diffuso per la lussazione scapolo-omerale con deficit osseo, consiste nel trasferimento del processo coracoideo (coracoide) sul margine anteriore della glena scapolare.
Si tratta di una tecnica proposta nel 1954 da Michel Latarjet ed è un intervento a cielo aperto in cui la coracoide viene fissata alla glena mediante una o due viti metalliche.
Oggi è disponibile una procedura di trasferimento della coracoide praticabile in artroscopia che definiamo Latarjet artroscopica.
L’incisione cutanea lascia il posto ai portali artroscopici (di solito in numero di cinque) e la fissazione viene affidata a un sistema comprendente due bottoni da sutura corticale al posto delle tradizionali viti metalliche.



Caratteristiche della Lartarjet artroscopica
- Precisione operativa: si tratta di intervento guidato da strumenti dedicati.
- Minimizzazione delle complicanze legate all’utilizzo delle tradizionali viti metalliche.
- Possibilità di associare la riparazione di strutture capsulo-legamentose all’interno dell’articolazione, con ulteriore incremento dell’efficacia della stabilizzazione.
1) Preparazione della coracoide e introduzione del sistema con bottone e fili
2) Preparazione del margine glenoideo con guida dedicata e allestimento del foro transglenoideo



La Latarjet artroscopica è di sicuro uno dei miei punti di forza nel trattamento del deficit osseo nell’instabilità di spalla. Le tecniche di Latarjet artroscopica non sono tutte uguali: c’è chi la esegue con due viti, assistita con bottoni, con due bottoni. Io presento la mia esperienza con Latarjet artroscopica con un bottone. A Lazise sono stato invitato a un convegno molto speciale a cui sono stati invitati 80 tra i massimi esperti italiani di spalla: “Verso un consenso nella gestione del danno osseo nell’instabilità anteriore della spalla” è stata una bella occasione di confronto. In questo video, un estratto della mia presentazione della mia tecnica artroscopica per il trattamento dell’instabilità di spalla.
A cosa serve
L’articolazione acromion-claveare mette in rapporto l’estremità laterale della clavicola con l’acromion, che fa parte della scapola.
La stabilità dell’articolazione è garantita da strutture legamentose.
In eventi traumatici in cui si verifichi una lesione complessa dei legamenti, la clavicola può dislocarsi verso l’altro rivelando una deformità visibile, associata a dolore e limitazione funzionale.
In tali casi è spesso indicato procedere alla riparazione della lesione mediante il ripristino dei rapporti articolari e la ricostruzione legamentosa.
L’intervento può essere effettuato a cielo aperto o essere artroscopicamente assistito.
Se la procedura viene praticata in fase acuta può essere messa in atto la ricostruzione dei legamenti originari, previa stabilizzazione dell’articolazione con suture ad alta resistenza.
Se l’intervento è procrastinato nel tempo si parla di lesione “cronicizzata” e si rende necessario rinforzare l’articolazione ricostruita con un innesto tendineo biologico (è riconosciuta l’efficacia dell’utilizzo di tessuto ricavato da cadavere).
Dopo l’intervento è prescritto l’uso di un tutore per 4-6 settimane.
Sarà, inoltre necessario un ciclo di fisiokinesiterapia di riequilibrio posturale e di recupero dei movimenti della spalla.
In ogni caso può non determinarsi il completo riallineamento strutturale dell’articolazione.
Può pertanto persistere un certo dismorfismo, mentre sono più frequenti il miglioramento e la potenziale risoluzione del deficit funzionale.
Instabilità traumatica e lussazione con deficit osseo glenoideo
Quando il trauma determina la frattura del margine anteriore della glena (la sede scapolare dove si articola l’omero) è spesso necessario programmare un intervento chirurgico ricostruttivo più complesso al fine di evitare nuovi episodi di lussazione. L’intervento più frequentemente praticato è l’intervento di Latarjet, che può essere effettuato a cielo aperto o in artroscopia (Latarjet artroscopica).
Lo studio dei tessuti molli dell’articolazione (cercine, capsula e legamenti) viene effettuato mediante esame Artro-RMNche consiste nell’iniezione di un mezzo di contrasto all’interno dell’articolazione e nella successiva effettuazione della Risonanza Magnetica Nucleare.
L’esame TAC consente di quantificare il deficit osseo glenoideo e contribuire e contribuire alla scelta del tipo di trattamento.
La TAC comparativa (metodo “PICO”) evidenzia l’entità della lesione ossea (1) confrontandola con il lato sano (2).
La lesione nella ricostruzione tridimensionale (3).



Il dolore alla spalla non ti dà tregua?
Non aspettare che peggiori: contattami per un consulto