Protesi di spalla

La protesi di spalla sostituisce, quando necessario, le strutture che formano “l’ingranaggio” che consente i movimenti del braccio. Queste sono formate da osso rivestito di cartilagine e sono la testa dell’omero (1 – che è grossolanamente sferica) e la glena (2 – una specie di scodella che fa parte dell’osso scapolare).

La stabilità e il movimento sono, inoltre, garantiti da una struttura formata da quattro tendini: la cuffia dei rotatori.
I tendini che compongono la cuffia dei rotatori sono sottoscapolare (3), sovraspinato (4), sottospinoso (5) e piccolo rotondo (6).

Quando serve la protesi di spalla?

La protesi di spalla è indicata quando le strutture che compongono l’articolazione sono irrimediabilmente usurate e deformate causando dolore e limitazione del movimento.

Questo accade nei casi di grave artrosi, gravi forme artritiche e malattie che determinano la necrosi dell’osso.
Nella figura la cartilagine appare gravemente rovinata. L’osteofita è l’espressione della deformazione dell’osso artrosico.
La protesi è indicata anche in alcuni tipi di frattura della testa omerale.

L’immagine schematizza una frattura a quattro frammenti dell’omero prossimale.

Quale protesi è adatta al mio caso?

La protesi può essere anatomica o inversa.

La protesi totale anatomica di spalla sostituisce le strutture dell’omero (stelo e testa omerale) e della scapola (glenoide) quando sono danneggiate. Il movimento e la forza sono garantiti dalla cuffia dei rotatori.

Protesi totale anatomica
La protesi inversa di spalla è necessaria quando le normali strutture tendinee non sono più presenti (in particolare nei casi di rottura irreparabile della cuffia dei rotatori). Questa protesi funziona sfruttando un meccanismo invertito rispetto alla protesi anatomica, attivando il movimento grazie alla funzione del muscolo deltoide.

Nella protesi inversa la parte concava (inserto) viene adattata allo stelo omerale mentre la parte sferica costituisce l’impianto scapolare (glenosfera).

Protesi inversa di spalla
Nei casi in cui le strutture articolari non risultino totalmente compromesse (normalmente in pazienti giovani) si possono utilizzare protesi parziali che agiscono solo sulla componente omerale (protesi di rivestimento ed endoprotesi omerali).

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