Spalla: il dolore non è uguale per tutti

Spalla: il dolore non è uguale per tutti

Il dolore alla spalla può avere diverse cause. Tendini, legamenti o l’articolazione possono essere bersaglio di disturbi spesso legati all’età, che in età avanzata potrebbero degenerare in artrosi di spalla, mentre nei giovani è più comune l’instabilità di spalla associata al rischio di lussazione.

La spalla è una struttura piuttosto complessa composta da ben cinque articolazioni: tre “vere” (gleno-omerale, acromion-claveare, sterno-claveare) e due “false” (scapolo-toracica, sottodeltoidea) e, proprio grazie alla sua complessità, consente i movimenti più svariati. La grande mobilità della spalla è dovuta all’articolazione gleno-omerale, quella cioè che mette in connessione l’osso del braccio con la scapola che viene mantenuta stabile dalla cuffia dei rotatori, un sistema complesso di muscoli e tendini.

Spalla: tre modi di dire dolore

Il dolore alla spalla può essere ricondotto nella maggior parte dei casi a tre situazioni diverse che si verificano in genere in età differenti:

  • 40-70 anni: problemi alla cuffia dei rotatori
  • giovani: instabilità di spalla
  • anziani: artrosi

Tra i 40 e i 70 anni di età è frequente la comparsa di una patologia infiammatoria della cuffia dei rotatori che si manifesta con dolore, anche notturno, che aumenta durante il giorno nell’esecuzione delle più semplici attività quotidiane. Si tratta di un dolore invalidante che spesso impedisce di fare sforzi e lavori pesanti causando anche una diminuzione della funzionalità articolare.

Nelle persone più giovani, il dolore alla spalla può essere causato da instabilità di origine costituzionale, con lassità dei legamenti che compongono la cuffia dei rotatori. A causa dell’instabilità, la spalla tende ad uscire dalla sua sede naturale: aumenta quindi il rischio di lussazione cioè di uscita della testa dell’omero, l’osso tondo del braccio, dalla sua sede naturale, ovvero la glena, la parte a forma di scodellina che accoglie la testa omerale nella scapola. Si tratta di un evento molto doloroso, invalidante, ma risolvibile. Quando la spalla si lussa è necessario rivolgersi a una struttura ospedaliera per riposizionare la spalla evitando le manovre fai-da-te che potrebbero provocare danni ulteriori come la frattura di una piccola porzione ossea della glena.

Nelle persone anziane invece, il dolore è quasi sempre riconducibile all’artrosi, malattia degenerativa che colpisce il sistema osteocartilagineo (osso e cartilagine articolare) della spalla. Nel tempo, l’artrosi causa progressiva e invalidante deformità dei capi articolari, riduzione del movimento e dolore forte anche di notte. L’artrosi può comparire a causa di malattie reumatiche o di traumi passati anche se nella maggior parte dei casi, le cause dell’artrosi possono essere ricondotte a lesioni pregresse della cuffia dei rotatori.

Artrosi di spalla: i possibili trattamenti

Artrosi di spalla e pregresse lesioni della cuffia dei rotatori avvenute nel passato, si trovano di frequente insieme. Le lesioni della cuffia, spesso compensate da particolari meccanismi muscolari che nel tempo non si rivelano più efficaci, finiscono per provocare il contatto tra la testa dell’omero e l’acromion, un osso della scapola che costituisce il “tetto” dell’articolazione scapolo-omerale. Il risultato è una funzionalità articolare compromessa e dolore dovuto al contatto diretto osso contro osso.

In base ai sintomi, l’artrosi può essere gestita e trattata in vari modi:

  • riduzione della funzionalità (senza dolore): trattamenti di tipo conservativo (fisioterapia, farmaci, infiltrazioni)
  • dolore intollerabile: sostituzione chirurgica dell’articolazione con impianto di protesi

Negli ultimi anni la tecnologia protesica e le tecniche chirurgiche si sono molto evolute. L’intervento si effettua normalmente in anestesia generale ma, in casi particolari, si può ricorrere anche all’anestesia periferica. Il ricovero mediamente è di 48/72 ore e il paziente viene dimesso con un tutore che manterrà per tre settimane. In seguito sarà possibile iniziare gradualmente a utilizzare l’arto e si intraprenderà un ciclo di fisioterapia.

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