Protesi inversa: spalle efficienti senza dolore

Protesi inversa: spalle efficienti senza dolore

Quando la spalla soffre a causa dell’artrosi, tutte le componenti articolari si deformano, la spalla perde progressivamente la sua funzionalità, il dolore diventa forte anche per gesti semplici della vita quotidiana, sempre più difficili fino a diventare impossibili. Se si aspetta che il dolore passi, si rischia di danneggiare in modo irreparabile anche le strutture tendinee della cuffia dei rotatori. E sarà necessario l’impianto di una protesi inversa.

Quando la cuffia dei rotatori presenta una lesione massiva, la protesi anatomica, cioè che riproduce l’anatomia della spalla e che in genere si usa quando i tendini della cuffia sono sani, non è sufficiente né per eliminare il dolore, né per garantire il movimento della spalla. In questo caso, per tornare ad avere spalle efficienti e senza dolore si renderà necessario l’impianto della protesi inversa che è in grado non solo di eliminare il dolore, ma anche di donare nuovamente alla spalla la sua completa funzionalità. Per comprendere il significato di protesi inversa, è necessario conoscere l’anatomia della spalla. Formata da un’impalcatura ossea costituita dalla testa dell’omero che ha una forma sferica e che si articola in una specie di scodella presente sulla scapola, la cavità glenoidea, il suo movimento in qualunque direzione è garantito da quattro tendini che fungono da tiranti. Questi quattro tendini con i relativi muscoli (sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare, piccolo rotondo) costituiscono la cosiddetta cuffia dei rotatori, una struttura fondamentale per la stabilità della spalla.

Come funziona la protesi inversa?

La protesi inversa ha una struttura opposta rispetto all’anatomia naturale della spalla: invertendo le concavità e convessità di scapola e omero, consente all’articolazione di recuperare la sua completa funzionalità anche in assenza delle strutture tendinee e muscolari della cuffia dei rotatori.

Funziona così: dalla parte dell’omero si impianta una componente a forma di scodella, mentre dal lato della scapola una componente sferica. Invertendo le componenti, la protesi potrà funzionare anche se i “tiranti” che fanno muovere la spalla non sono efficienti o sono addirittura completamente lesionati. Entrando nello specifico, la parte omerale (la “scodella”) della protesi è una sorta di vassoio di polietilene, un materiale plastico che si articolerà per quanto riguarda la parte scapolare su una sfera.

Protesi inversa: vantaggi

Il grande vantaggio di questo tipo di impianto risiede nei tempi di recupero: rispetto ai casi di protesi anatomica, dove saranno necessari tempi più lunghi per la rieducazione e il recupero dei muscoli della cuffia dei rotatori, con la protesi inversa il decorso post operatorio sarà più breve e di conseguenza può essere possibile il ritorno ad alcune attività sportive.

Dopo l’impianto di protesi: come avere una “nuova” spalla

Come dopo ogni tipo di intervento di chirurgia ortopedica, la riabilitazione è importante. L’aiuto di un fisioterapista, meglio se specializzato nella chirurgia della spalla, sarà di fondamentale importanza se si vuole recuperare un’ottima funzionalità, dimenticare il dolore e tornare al più presto, in alcuni casi, alle proprie attività anche sportive.

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